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10 gennaio 2022 | interviste

Luisa Cazzaro, Presidente AIDDA Lombardia: "Gestire un’attività è un gioco di squadra"

Parla una delle protagoniste dell'associazione che valorizza e sostiene l’imprenditoria al femminile: "Partecipare ad AIDDA significa sentirsi parte di una organizzazione che interagisce e stimola attivamente il tessuto socio - economico e culturale della società civile"

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Care amiche e cari amici

Con questa intervista inizio a presentare le protagoniste di AIDDA. L’amica e socia Luisa Cazzaro è una imprenditrice della provincia di Varese. La sua azienda opera nel settore metalmeccanico.

Con lei parleremo delle motivazioni che l’hanno spinta ad impegnarsi in AIDDA e delle complicazioni che una imprenditrice incontra oggi nell’affrontare la delicata fase legata alla emergenza pandemica. Su questi e su altri temi nelle prossime settimane interverranno altre importanti socie non solo della delegazione lombarda.

 

A tuo parere quale è il “valore aggiunto” che AIDDA può portare ad una imprenditrice o a una manager? E quindi le ragioni per cui è importante aderire ad una Associazione come la nostra
 

Partecipare ad AIDDA significa sentirsi parte di una organizzazione che interagisce e stimola attivamente il tessuto socio - economico e culturale della società civile. Significa trovare supporto, formazione e condivisione nell’affrontare i problemi dell’impresa e della sua collocazione nel tessuto sociale. Significa anche poter contare su una importante serie di relazioni economiche e sociali nazionali ed internazionali, contraddistinte dai valori etici di AIDDA. Partecipare alla nostra attività associativa vuol dire mettere a disposizione delle altre donne imprenditrici e/o manager le proprie qualità, la propria esperienza e attingere alle loro in un clima di collaborazione. Associarsi ad AIDDA significa poter arricchire il proprio patrimonio di valori umani - essenziali e insostituibili - come quelli dell'amicizia e della solidarietà. AIDDA inoltre è collegata a FCEM (Femmes Chefs d’Entreprises Mondiales) associazione internazionale di cui l'Italia è tra i fondatori, una realtà che raccoglie in oltre 50 paesi, nei 5 continenti, oltre 400.000 associate tanto da essere la più grande rete di donne imprenditrici e manager nel mondo.
 

Tu operi in una azienda di famiglia impegnata in un settore industriale: quindi sei molto sensibile alle dinamiche di mercato. In questi due anni come avete affrontato la straordinaria situazione economica, sociale e anche gestionale determinata dal COVID? La presenza di una donna in azienda ha certamente dato un contributo importante; mi vuoi dire in che modo questo contributo si è sviluppato?
 

Il settore manifatturiero metalmeccanico da anni subisce crisi e riprese.

È alla base di tutta la filiera produttiva quindi molto sensibile, ormai da anni, a quanto accade nella gestione economica e soprattutto finanziaria nel mondo. Questo ha fatto sì che le aziende siano state un po' più reattive, un po' meno colpite dal blocco delle attività, anche se una crisi così profonda nessuna l’avrebbe potuta prevedere. Negli anni l’attenzione alla gestione finanziaria e gestionale è cresciuta nelle piccole imprese. L’aiuto ricevuto dalle iniziative del Governo e da alcuni Istituti Bancari è stato fondamentale anche se c’è ancora molto da fare. Si parla di ripresa del settore anche se, a mio parere, i veri cambiamenti che questa situazione ha generato non sono ancora completamente comprensibili e saranno profondi.

L’essere donna in azienda più che una questione di genere è stata una questione di pensiero. Ho attivato tutta la rete di conoscenze e amicizie imprenditoriali di cui faccio parte. Gestire un’attività è un gioco di squadra, l’arricchimento delle conoscenze e delle esperienze degli altri porta ad aprire la mente dando nuove opportunità.

In questo periodo di Covid il confronto all’interno di AIDDA che con  altri gruppi imprenditoriali, quasi giornalieri nel primo anno, mi hanno fatto comprendere ancor di più che non si è mai soli. Essere donna ha sicuramente intrinseco il valore della Cura, valore che permette l’empatia per l’altro ma è certamente la preparazione, l’approfondimento e la conoscenza delle tematiche aziendali che permette di andare avanti. 

La mia nomina a Presidente di Delegazione Lombardia di AIDDA è avvenuta una settimana prima del Lockdown. Durante tutto questo periodo avere la “responsabilità” delle Socie di Delegazione oltre alla rappresentanza in Consiglio Nazionale mi ha fortemente stimolata a non lasciarne nessuna sola.  Grazie anche all’amicizia e la comunione di intenti con le altre Presidenti di Delegazione e la Presidente Nazionale Antonella Giachetti, il lavoro di squadra è stato fattore vincente e  competenza fondamentale per affrontare il futuro.

 

Voglio porti un problema che ci sta molto a cuore: il rapporto di AIDDA con i giovani e con la scuola. Abbiamo molte iniziative importanti, sostenute non solo dalle nostre Socie, ma anche dai molti che condividono i nostri valori. Cosa possiamo fare in Lombardia per lasciare la “impronta AIDDA” nel mondo della formazione, soprattutto nella formazione di alte specializzazioni che sono molto carenti e vedono ancora poche donne impegnate?

 

In ogni occasione che mi è data porto il tema della formazione e della riqualificazione professionale all’attenzione di chi ci ascolta o legge. Con il Consiglio della Lombardia abbiamo attivato una collaborazione con una scuola per lavorare su un progetto specifico (tema PNRR e artificial intelligence) siamo in fase di implementazione di nuovi progetti che hanno come elemento caratterizzante la formazione. In particolare, vi è un grande interesse alla formazione professionale qualificata che in Lombardia ha una domanda elevata ma una risposta forse ancora non adeguata. In questo quadro gli ITS sono un riferimento molto interessante al quale AIDDA guarda anche per possibili collaborazioni. 

L’importanza di questo impegno ben si può comprendere se si pensa che AIDDA è un’Associazione al cui interno sono presenti piccole, medie e grandi imprese femminili italiane con una trasversalità̀ in ogni settore merceologico, una forte rappresentanza di aziende familiari, storiche, artigianali specchio di una Italia fatta di tradizione, creatività̀, eccellenza, qualità̀; un inestimabile patrimonio economico, storico e culturale articolato in 13 delegazioni regionali e le sue socie rappresentano un fatturato di 12,5 miliardi e 35.000 dipendenti

È dalla presa di responsabilità di ognuno che si può giungere ad un risultato efficace. Se in molti condividiamo questi valori è arrivata l’ora di essere presenti, di collaborare.
 

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